22 settembre 2014

Max Mara, brand dell’arte. Dopo l’American Art Award dal 2015 il gruppo italiano sarà sponsor del Whitney di New York

 

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Collezione Maramotti: A sinistra: Christopher Wool - Drunk (W6) - 1990. Al centro: Christopher Wool - Hole (W30) - 1992. A destra: Rosemarie Trockel - Onhe Titel - 1991
Stelle e strisce tricolori, nella Grande Mela. Perché non solo il Whitney di Meatpacking, che aprirà il prossimo aprile, è stato realizzato dal nostro Renzo Piano, ma avrà anche uno sponsor del Belpaese: Max Mara.
Il grande brand con base a Reggio Emilia vede gli Stati Uniti al quarto posto nelle sue “entrate”, e probabilmente l’ingresso al Whitney sarà un salto decisivo anche per un nuovo arrembaggio del mercato oltreoceano.
«Sostenere musei e fondazioni è un modo per restituire qualcosa alle comunità in cui siamo radicati o che ci apprezzano da sempre», ha dichiarato il quartier generale della famiglia Maramotti.
D’altronde Max Mara non è nuova alla filantropia nei confronti dell’arte: non solo il Max Mara Prize, biennale e con la collaborazione della Whitechapel di Londra, ma l’azienda l’aprile scorso aveva vinto anche l’American Art Award messo in palio proprio dal Whitney, e dedicato alle associazioni e alle persone che supportano l’arte negli U.S.A., con questa motivazione: ” Max Mara è un generoso sostenitore del Whitney Museum e ha sponsorizzato il Whitney Art Party nel 2013 e nel 2014. La famiglia Maramotti è da sempre sostenitrice appassionata e patrocinatrice delle arti visive e degli artisti viventi. Il fondatore di Max Mara, Achille Maramotti, desiderava che la propria collezione rispecchiasse l’evoluzione del pensiero artistico più avanzato del suo tempo”. Quasi un ritorno a casa, insomma. E non ci resta che attendere qualche mese!

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