03 febbraio 2011

design_mostre Carlo Contin Milano, Triennale Design Museum

 
Piccoli gesti quotidiani, immortalati in scatti domestici, narrano la genesi degli oggetti di Contin. Semplici e innovativi prodotti di design si lasciano scoprire su tavoli in legno che sfidano la gravità...

di

Ancora una volta il creative set, progetto di Silvana Annichiarico per il Triennale
Design Museum, cambia faccia e protagonista. Tocca a Carlo Contin (Limbiate, Milano, 1967) e ai suoi oggetti domestici,
presentarsi al pubblico in una veste che li rende familiari anche se visti per
la prima volta.

Merito dell’allestimento di Joseph
Grima
, direttore di Domusweb e
prossimo direttore di Domus, che
meraviglia nella sua semplicità. Grandi tavoli tradizionali in legno, inclinati
fino a creare dei piani molto scoscesi, ospitano i prodotti di Carlo Contin a diverse altezze. Gambe
sospese che non poggiano a terra e prospettive indovinate spiazzano il
visitatore, ma nello stesso tempo la forma archetipica del tavolo e il legno,
materiale caldo, ridonano quel senso di appartenenza e sicurezza.

Merito anche degli scatti di Ramak
Fazel
, ambientati nella casa dello stesso designer, così modesta e semplice
da sembrare la nostra. E merito ovviamente di Carlo Contin designer, che ha
realizzato una serie di semplici oggetti di uso comune nati da piccole
necessità.

I prodotti in mostra sono accompagnati
da una doppia narrazione: una è data dall’osservazione del manufatto in sé,
semplicemente appoggiato su un piano, senza fronzoli o podi di sorta, l’altra è
data dalle fotografie che accompagnano ogni oggetto.

Le immagini svelano l’intimità
con cui ogni progetto è stato prima pensato, poi sviluppato e infine
realizzato. L’osservazione di semplici gesti quotidiani conduce alla genesi di
ogni manufatto. Così, guardando le mani nodose della nonna che spianano la
pasta, si intuisce il funzionamento del nuovo e rivoluzionario mattarello Matt.

La spugna da cucina,
progettata per l’operazione Eureka Design
alla Coop, che con un piccolo taglio al suo interno permette di essere appesa
al rubinetto, non ha bisogno di ulteriori spiegazioni. E ancora, il
portaombrelli Rainy è un semplice calco della punta finale dell’ombrello
ma è quanto basta per reggerlo e per contenere piccoli scoli d’acqua piovana,
il minor ingombro possibile per un oggetto più volte riprogettato.

Ma gli oggetti di Carlo non si
fermano qui, la sperimentazione spazia, raggiunge il legno e lo modella nella
seduta Compasso dal sapore De Stijl:
Non sono fatto per questi anni, dovevo
nascere qualche secolo fa
”, scherza Contin.

O ancora si moltiplicano come nel
tavolino Snake o nel bilocale per pesci rossi Mediterraneo. Anche
in questo caso il quotidiano non rimane chiuso dalla porta del museo, ma si
svela al visitatore e le lettere di protesta ricevute da ambientalisti per la
doppia boccia dei pesci, sono appoggiate sul tavolo, sì siamo proprio in casa
Contin.

“Un etologo del quotidiano: uno
che studia l’habitat domestico con la stessa attenzione e meticolosità con cui
un entomologo analizzerebbe -poniamo- la vita di un formicaio”: così Silvana Annichiarico
descrive il designer, per mettere in evidenza che la semplicità di prodotti
funzionali nasconde un lungo lavoro di ricerca. Ne è la prova Satellite
portafrutta del 1995, omaggio allo Sciangai
di De Pas, D’Urbino e Lomazzi,
esposto al MoMA di New York dal 1999. E sì, a volte anche semplici oggetti
domestici sono fatti per i musei.

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2010


dal 15 dicembre 2010 al 16 gennaio 2011

Carlo Contin – Interventi nella sfera domestica

a cura di Joseph Grima

Triennale Design Museum

Viale Alemagna, 6 (Parco Sempione) – 20121 Milano

Orario: da martedì a domenica ore 10.30-20.30; giovedì ore 10.30-23

Ingresso: € 2

Catalogo Electa

Info: tel. +39 02724341; fax +39 0289010693;www.triennale.it

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