21 dicembre 2016

Fino al 13.IV.2017 Art Rounds Università di Verona – Polo Zanotto, Verona

 

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L’Università scaligera, presso il Polo Zanotto (sede del Dipartimento Culture e Civiltà) si trasforma in sede espositiva per accogliere, fino al 13 aprile 2017, le installazioni di due giovani artisti selezionati nell’ambito di Art Rounds, azione di crowdfunding promossa in occasione dell’undicesima edizione di ArtVerona (2015) attraverso la piattaforma Celeste Network e in collaborazione con l’Università degli Studi di Verona. La giuria, composta da Roberto Pasini, storico e critico d’arte nonché professore di Storia dell’arte contemporanea presso il medesimo Ateneo, e Andrea Bruciati, storico dell’arte, curatore e direttore artistico di ArtVerona, ha selezionato tra più di 100 proposte i progetti di Michele Amato e Alice Padovani, i quali hanno saputo efficacemente declinare il tema assegnato – “aria e respirabilità nella città contemporanea” – non mancando di offrire interessanti spunti per la ricerca artistica contemporanea. 
Le due installazioni offrono due punti di vista complementari e opposti rispetto al medesimo problema: una natura teatralizzata per Alice Padovani, una tecnologia di riuso per Michele Amato. In particolare, la Padovani propone una campionatura di elementi naturali metodicamente prelevati dallo spazio urbano ed estraniati dal contesto di rinvenimento per trovare posto in apposite teche e alambicchi, con un’attenzione botanica e classificatoria che non manca però di un centro grado di amorevole poesia nella piacevolezza estetica e nella delicatezza endemica che accompagnano l’opera. È un’idea di natura come luogo della vita, nel quale siamo ospiti, e di cui dovremmo avere il dovuto rispetto, un luogo fatto di elementi fragili, da custodire e da proteggere. Alice intende metterci a confronto con una natura presente, esistente, per questo ne raccoglie i frammenti e mettendoli sotto vetro li riporta alla nostra attenzione, dimostrandoci che il senso della meraviglia sta anche nelle piccolo e nell’infinitesimale: basta saper guardare. 
L’installazione si articola secondo una serie di tappe, di momenti separati eppure appartenenti al medesimo discorso artistico: la Padovani viene dal teatro e con esso intende coniugare il suo lavoro nel campo dell’arte, pensando alla propria installazione come a una commedia teatrale (o un dramma) fatta di atti in sequenza. 
Michele Amato, Casa dell'aria
Se il tema dell’aria è coniugato da Alice secondo natura, Michele Amato ci offre invece una declinazione tecnologica del soggetto: la sua installazione consiste in una macchina, un distributore d’aria pulita che chiama Casa dell’aria per creare un legame diretto con le “case dell’acqua” che da qualche anno sono comparse in diversi comuni. Al visitatore è richiesta, o meglio offerta, una partecipazione diretta con l’opera, che prevede la scelta tra vari “gusti” di aria (liscia – brezza marina – freschezza alpina) tesi a soddisfare ogni esigenza. Basterà inserire una monetina per ottenere una “dose di aria” in una prospettiva non troppo irrealistica del nostro prossimo futuro (e in effetti l’artista ha immediatamente ricevuto proposte per l’acquisto del brevetto del suo progetto da parte di imprenditori già pronti a fare dell’oggetto artistico uno strumento di speculazione industriale. Amato naturalmente ha e continua a rifiutare queste offerte mercificatorie). 
Tutti gli elementi che compongono la macchina provengono da altri usi, secondo una logica ecologista in perfetta sintonia con il tema, ma anche, se vogliamo, di nobile ascendenza artistica: pensiamo a quanto fertile sia stata la pratica del riuso e della ricontestualizzazione in esperienze artistiche di punta lungo tutto il Novecento o a quanto la poetica dell’oggetto e della merce sia stata variamente interpretata a partire dagli anni Sessanta. In occasione dell’inaugurazione (avvenuta il 13 ottobre, tra gli eventi di apertura della dodicesima edizione di ArtVerona) erano presenti i due illustri membri della giuria e gli artisti stessi. 
Se per Pasini i lavori dei due giovani si configurano come ironia maschile e dramma femminile (in tutte le accezioni del termine con un richiamo quindi sia all’origine epistemologica e quindi al teatro, sia al dramma inteso come stato in cui vessa la natura nell’epoca del benzene), per Bruciati si tratta di due poli di una comune riflessione sul nostro ambiente accomunati però dalla necessità di essere esperiti sul lungo periodo: uno, la macchina di Amato, deve essere utilizzato, l’altro, la natura della Padovani, deve vivere ed essere vissuto. L’aria del distributore finirà, gli “amabili resti” sotto teca appassiranno o andranno incontro a processi biologici degenerativi, due opere vive e viventi per uno spazio quanto mai fertile quale quello dell’Università in cui sia studenti che visitatori esterni potranno godere e riflettere sulla “scienza emotiva” di Alice Padovani e sulla “tecnologia artistica” di Michele Amato. 
Jessica Bianchera
mostra visitata il 13 ottobre 
Dal 13 ottobre 2016 al 13 aprile 2017
Art Rounds #ArtVerona
Università di Verona – Polo Zanotto
Via dell’Università 4
37129 Verona
Orario: da lunedì a venerdì, ore 9.00-20.00
Info: ufficio.stampa@univr.it, comunicazione@artverona.it, www.artverona.it

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