18 maggio 2017

Fino al 21.V.2017 Mediterraneo in Chiaroscuro: Ribera, Stomer e Mattia Preti da Malta a Roma Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma Palazzo Barberini, Roma

 

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Con la mostra “Mediterraneo in chiaroscuro” a Palazzo Barberini si rinnova un’antica consuetudine di rapporti amicali tra Malta e la città eterna, un intreccio di vicende storiche e artistiche risalente almeno al XVII secolo, ai complessi rapporti tra Urbano VIII e l’Ordine gerosolimitano di San Giovanni Battista, meglio conosciuto come Sovrano Militare Ordine di Malta (cui appartennero anche Caravaggio e Mattia Preti); all’alto valore formativo attribuito dagli artisti maltesi alla prestigiosa Accademia di San Luca (numerosi furono i maltesi tra gli accademici); alla forte attrattiva che l’isola dei Cavalieri esercitava sugli artisti europei e segnatamente su quelli italiani, a giudicare dalle opere che questi vi hanno lasciato. Nella mostra corrente – domina l’impronta figurale e luministica che Caravaggio ha impresso alla propria epoca – sono presenti nove quadri provenienti dalla nascitura Galleria Nazionale Maltese (MUŻA) – verrà ufficialmente inaugurata nel 2018, anno di designazione di Malta a capitale europea della cultura – messi a confronto con una decina di celebri dipinti della collezione romana. 
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Artisti fiamminghi, italiani, spagnoli, francesi uniti dalla raffinata e contagiosa koinè caravaggesca. Tra questi, in particolare, i tre protagonisti della mostra: Jusepe de Ribera (Játiva, 1591- Napoli, 1652), detto “lo Spagnoletto” attivo a Roma tra il 1610 e il 1615; l’olandese Matthias Stomer o Stom (1600 ca.- 1650 ca.) dalla biografia incerta, la cui presenza nel milieu dei caravaggisti romani è documentata intorno al 1630; Mattia Preti (Taverna, 1613- Malta 1699) detto “Il Cavalier Calabrese” che, negli stessi anni, in quell’ambiente variegato e cosmopolita, ebbe la propria educazione artistica. 
I dipinti, distribuiti nel perimetro di quattro sale, sostano, con ammiccante pazienza, davanti ai nostri occhi non ancora avvezzi a seguire nella tenebra di un drammatico proscenio caravaggesco la luce epifanica di una candela o di un lume invisibile che squarcia, rivelandola, la tragedia di un martirio o la gozzoviglia di un postribolo. E quei corpi, quei volti sbalzanti dalla ribalta dell’illusione iconografica quasi – diresti – a sporgersi nel sogno della vita reale. Chi avesse un giorno la ventura di trovarsi, nell’ora del crepuscolo, per uno di quei tratturi, segnati da secoli e secoli di transumanza tra le pinete e le abetaie della Sila piccola, nei dintorni di Taverna, patria di Mattia Preti, quando il manto bruno di uno scoiattolo rosseggia sotto il lume obliquo che fende dalle fronde il buio del sottobosco, ed il riverbero improvviso di una radura appartata rivela la trama della vegetazione circostante – un’esperienza che ci colse una sera di molti anni fa – forse sentirebbe propria per un istante, la visione immaginativa che fu del Caravaggio e godrebbe di quel teatro di luce e di tenebra che tanto affascinò generazioni di artisti.
Luigi Capano
mostra visitata il 2 maggio
Dal 12 gennaio al 21 maggio 2017
Mediterraneo in Chiaroscuro: Ribera, Stomer e Mattia Preti da Malta a Roma
Palazzo Barberini
Via delle Quattro Fontane, 13
Orari: da martedì a domenica dalle 9.30 alle 19.30 
Info: www.barberinicorsini.org

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