10 luglio 2019

Fino al 21.VII.2019 Lo Spazio Esistenzale. Definizioni # 2 Casa Morra, Napoli

 

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In un interno che ricorda le abitazioni descritte da Anna Maria Ortese nelle pagine di Il mare non bagna Napoli, dove la domesticità si fa narrazione intima e dramma privato, condivisione di  emozioni, attitudini e riti familiari che si nutrono del silenzio più che della parola, la giovane curatrice Lucrezia Longobardi ha presentato la mostra collettiva “Lo Spazio Esistenzale. Definizioni # 2”, aperta fino al 21 luglio presso Casa Morra a Napoli. Seconda tappa di un progetto più ampio, legato al “concetto di abitare come strumento di autorappresentazione e/o negazione dell’individuo” (Longobardi), è concepita come un percorso esperienziale attraverso le stanze dell’appartamento, dove la curatrice vive durante tutto il periodo di apertura della mostra, aggiungendo e riattivando memorie, azioni, gesti ed oggetti al dialogo, già piuttosto serrato, tra opere e vissuto quotidiano. Con questa iniziativa, la Longobardi propone la figura di curatore performativo, singolare presenza nel perimetro espositivo che ri-attiva la relazione tra i vari soggetti presenti nel progetto, ponendosi non più come mediatore tra artista e spettatore bensì come osservatore partecipante, soggetto altro non passivo ma  agente nel suggerire ulteriori possibili chiavi di lettura e circuiti di energie delle opere in mostra. 
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Lo Spazio Esistenziale. Definizione #2 Berlinde De Bruyckere, Rodt, 6 januari VI, 2012 ph: Amedeo Benestante Casa Morra-Archivio d’Arte Contemporanea.100 Anni di Mostre.
Nell’economia delle scelte effettuate per determinare un dialogo stringente con le dinamiche dell’abitare, alcuni lavori risultano più forti in sé, mentre altri appaiono meno diretti e necessari : in primis l’effetto ipnotico e straniante del video di Roberto Cuoghi Foolish Things (2002) ,una delle presenze più perturbanti della stanza adibita a cucina ad ingresso/cucina, dove sono allestite anche la piccola scultura di Rachel Whiteread Colours (2008) e Abissi (2011) di Flavio Favelli, una carta geografica dove l’Italia è definita soltanto dai suoi confini marini. Nella camera da letto attigua è appeso uno scatto raro ma emblematico di Luigi Ghirri Parma (1985) , mentre in un angolo è collocata la scultura di Helene Fauquet Untitled, una presenza delicata ma forse non necessaria. Così come appare leggermente forzata l’installazione di Vettor Pisani Scorrevole (2011), una versione recente dell’opera/performance realizzata dall’artista nel 1972. Dulcis in fundo, e summa dell’intera operazione è la sala quadrata dove dialogano alla perfezione due grandi artiste: Berlinde de Bruykere con la spiazzante natura morta Rodt, 6 jaunari VI (2012), e Liz Magor con due sculture  poggiate sul pavimento All the names II  e Casual. Una sala inquietante e perfetta nella sua disturbante essenzialità, sottolineata dalle ante a specchio dell’armadio, unica accento domestico in questo ambiente carico di una tensione forte e palpabile, illuminata da una finestra dove la luce mediterranea colpisce un dialogo tra oggetti disfunzionali ma densi di rimandi culturali alle pagine misteriose dei racconti di Julio Cortazar, il grande scrittore argentino che non aveva paura di indagare le profondità più recondite dell’animo umano.
Ludovico Pratesi 
Mostra visitata il 31 maggio 
Dal 31 maggio al 21 luglio 2019
Lo Spazio Esistenzale. Definizioni # 2
Casa Morra, 
Archivio d’Arte Contemporanea. Salita S. Raffaele 20C, 
Orari: da mercoledì a domenica dalle 10 alle 18 e su appuntamento
Info: info@fondazionemorra.org

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