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Riccardo Muti, per la musica, Pierre Alechinsky, per la pittura, Fujiko Nakaya, per la scultura, Christian de Portzamparc, per l’architettura, Catherine Denevue, per cinema e teatro. Sono i cinque vincitori della 30ma edizione del Praemium Imperiale, il riconoscimento istituito nel 1988 e considerato una sorta di Nobel per la cultura. La borsa di studio per giovani artisti va alla Shakespeare School Foundation del Regno Unito.
Per Riccardo Muti, che abbiamo visto all’opera come curatore per la mostra Carta Bianca, al Museo di Capodimonte, un periodo particolarmente felice, in pieno festeggiamento per i 50 anni dal suo debutto al Maggio Musicale Fiorentino.
I vincitori di questa edizione sono stati appena annunciati in contemporanea in tutti i Paesi dei Consiglieri internazionali, che attualmente sono Lamberto Dini, Klaus-Dieter Lehmann, William H. Luers, Christopher Patten, Jean-Pierre Raffarin e Yasuhiro Nakasone. Tra i consiglieri onorari ci sono poi Jacques Chirac, David Rockefeller Jr. e François Pinault.
Il Premio viene conferito dalla Japan Art Association, la cui fondazione risale all’epoca Meiji (1868-1912), quando fu costituita dall’imperatore Mutsuhito, con il compito di amministrare le attività artistiche e di gestire le iniziative culturali della Casa Imperiale. Tra i 144 artisti già premiati nelle precedenti edizioni, nomi di grande prestigio come Federico Fellini, Claudio Abbado, Ingmar Bergman, Akira Kurosawa, Robert Rauschenberg, Jean-Luc Godard, Ken Loach, Renzo Piano, Christo.
Il diploma, la medaglia e 15 milioni di yen, circa 115mila euro, saranno conferiti dal principe Hitachi, il 23 ottobre a Tokyo.