16 aprile 2018

Misurare l’universo, da Giacometti a Murakami. La Fondation Vuitton di Parigi fa il big bang

 

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La Fondation Louis Vuitton inaugura un’altra magistrale esposizione d’arte contemporanea e moderna dal titolo “Au diapason du monde”, che comprende un focus su Takashi Murakami, e una selezione di opere di 28 artisti internazionali riunite nella sezione “L’homme dans l’univers vivant”, fino al 27 agosto. Da Mark Bradford a Christian Boltanski, passando per Trisha Donnelly, Jacqueline Humphries e François Morellet, si scoprono altre sale, mai aperte fino a oggi, dell’edifico creato da Frank Gehry e inaugurato nel 2014. 
Filo conduttore della mostra è la relazione tra l’uomo e l’universo, rivelata attraverso un nuovo approccio tra l’uomo e il mondo vegetale, animale e minerale, e per rispondere in maniera più concreta all’argomento, la mostra si suddivide in tre tematiche diverse, come Irrandiances, che si ispira all’opera qui presente di Dan Flavin. In questa sezione sono esposte tre opere di Yves Klein, tra cui il magnifico Monochrome Bleu (IKB 81, 1957), ben quattro opere di Gerhard Richter tra cui Lilak (1982) e, tanto per non farci mancare niente, ecco Nachtkappe I (1986) di Sigmar Polke. Ma la lista non è finita. 
Nella sezione “Là infiniment” troviamo Nightlife, il video in 3D di Cyprien Gaillard, che avevamo già visto alla Biennale di Lione del 2015. In questo lavoro, l’artista francese parte dalla celeberrima scultura di Rodin, Le penseur, per creare una video-scultura che ci conduce tra Cleveland, Los Angeles e Berlino, fino a un gruppo di querce mosse dal vento al ritmo di una canzone di Alton Ellis. Infine, la sezione “L’homme qui chavire”, che prende spunto dall’opera di Giacometti, qui presente con un bel gruppo di sculture. Poco distante troviamo la bellissima foto Entrare nell’opera (1971) di Giovanni Anselmo e Annunciation (2010) di Kiki Smith, a cui seguono opere di Maurizio Cattelan, Andrea Crespo, Pierre Huyghe e Philippe Parreno
Mentre le tre gallerie del piano superiore sono dedicate alla galassia floreale di Takashi Murakami, con i suoi due guardiani spirituali Kaikai e Kiki (2005), che ritroviamo in un divertente e poetico film di animazione del 2008, ma anche dipinti e scolpiti. Tra le tante opere dell’artista giapponese, anche The Octopus eats its own leg (2017), Flower Ball (2018) e il mitico panda in Forest Companions (acrilico, 2017). La mostra propone anche un programma di incontri che riunisce artisti, scienziati, sociologi, antropologi e filosofi, tra questi Quali i nuovi collegamenti tra l’uomo e il suo ambiente?, con l’artista Christian Boltanski e la psicoanalista Caroline Eliacheff, previsto il 7 giugno prossimo. (Livia De Leoni)

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