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Per David Chipperfield c’è una notizia buona e una cattiva ed entrambe hanno come epicentro Amburgo.
Qualche giorno fa, un agguerrito gruppo di manifestanti ha protestato contro il progetto di riconversione dell’area di Stadthöfe in un complesso di 88 appartamenti di lusso, con 15mila metri quadrati di uffici, un hotel con 126 camere, un ristorante, un bar, diverse boutique e una terrazza panoramica. A occuparsi del progetto, portato avanti dalla Quantum, agenzia immobiliare tedesca fondata nel 1999 e impegnata nella realizzazione di edifici di lusso, un nutrito pool di studi di architettura: Kuehn Malvezzi Architects, Stephen Williams Associates, Agn Leussmann e David Chipperfield Architects. Non è ancora chiaro chi stia lavorando a cosa e forse il ruolo di Chipperfield sarà marginale o, comunque, non direttamente interessato alla riconversione dell’area in questione.
Stiamo parlando del quartiere in cui risiedeva il tribunale della Gestapo dove, durante il regime nazista, migliaia di persone furono interrogate ricorrendo alle peggiori torture e molti cittadini hanno avuto parenti che non sono mai più usciti da quelle camere. Quando il complesso fu venduto dal Comune di Amburgo a Quantum, nel 2009, il contratto di vendita comprendeva la specifica raccomandazione di tenere in conto la dignità storica della struttura, riservando uno spazio di almeno 1000 metri quadri a museo e memoriale. Il che evidentemente ha poco a che fare un albergo a 5 stelle. Cornelia Kerth, presidente dell’Associazione dei perseguitati del regime nazista, ha poi duramente criticato la decisione di privatizzare il memoriale, definendo il progetto «imbarazzante a livello internazionale».
Per il momento dallo studio di Chipperfield non sono arrivati commenti ma non è la prima volta che capitano eventi simili. Nel 2017, infatti, il progetto di ristrutturazione della Haus der Museum Kunst, museo voluto da Adolf Hitler per Monaco nel 1937, fu bloccato dal Comune stesso, tacciato di richiami troppo espliciti all’architettura di stampo nazista.
La buona notizia invece è che l’architetto ha appena vinto il bando per la realizzazione di quello che sarà il grattacielo più alto di tutta la città. L’Elbtower, progettato dall’ufficio di Berlino di David Chipperfield, per SIGNA Prime Selection, sarà alto 230 metri e la sua facciata di alluminio chiaro svetterà sulle sponde del fiume, dialogando con la Elbphilarmonie di Herzog & De Meuron. I 104mila metri quadrati di superfice saranno adibiti in gran parte a uffici ma anche a spazi pubblici, come bar, ristoranti e aree espositive. Il cantiere dovrebbe prendere il via nel 2021 e chiudere nel 2025, andandosi ad aggiungere alle altre strutture tedesche firmate dall’architetto londinese: il Neues Museum di Berlino, un’ala del Museum Folkwang di Essen e il Museum of Modern Literature di Marbach am Neckar.
Ne vedremo di sue anche in Italia, visto che, il 12 maggio, a Vicenza, aprirà una grande retrospettiva a lui dedicata, proprio pochi giorni dalla 16ma Mostra di Architettura di Venezia. E nella città lagunare, Chipperfield ha già lavorato per l’ampliamento del Cimitero di San Michele e per le Procuratie Vecchie. Anche in questo caso, nemmeno a dirlo, scatenando polemiche.