19 giugno 2017

L’opera di Banksy sulla Brexit a rischio demolizione

 

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Qualcuno salvi lo Shakespeare Hotel. No, c’entra poco o niente il bardo. Ma l’edificio è ugualmente di grande pregio culturale, perché su una sua parete altrimenti piuttosto grigia, si distende quella che è diventata una delle opere più chiacchierate di Banksy. Si tratta del murale che la superstar della Street Art, sempre attenta ai trend topic, ha dedicato alla Brexit ma il palazzo di Dover, appendice sud orientale della Gran Bretagna, potrebbe essere demolito a stretto giro, a causa di un progetto di riqualificazione della zona. Insomma, niente di nuovo, si potrebbe parlare di quel senso dell’effimero che è il pregio unico della street art ma, a parte le teorie, se c’è qualcosa di bello o di prezioso, l’istinto di conservazione prevale. Non sempre è così, per esempio la storia è andata diversamente per 5 Pointz, la Mecca newyorchese del graffitismo, che è stata imbiancata e sostituita da un elegante complesso residenziale. 
La famiglia Godden, proprietaria dello stabile di Dover, sta valutando la vendita dell’opera, previo distaccamento dal muro, insieme alla Bankrobber Gallery di Londra, per preservarla dalla distruzione già programmata, dicono. Non tutti ci credono, perché proprio i Godden, l’anno scorso, si erano trovati al centro delle attenzioni della High Court, per aver organizzato una vendita non propriamente legale di un’altra opera dello street artist, la signora davanti alla colonna, realizzata nel 2014 e sempre su un edificio di proprietà della famiglia. Non gli andò bene, perché il giudice fece ritornare l’opera, da Miami, dove l’art dealer Robin Barton aveva già preparato quasi tutto, al suo posto, a Folkestone. Comunque, per salvare l’opera e il palazzo che gli sta intorno, è già stata lanciata una petizione. 
Intanto, se Banksy può imparare qualcosa da questa storia, è di continuare a lasciare le sue opere sugli edifici della proprietà Godden. Ottima strategia di marketing.

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